Da Bella Unión a Salto. Uruguay
9° giorno 28 novembre per appunti in viaggio di Paolo Pagni da Bella Unión a Salto Uruguay.Stamattina quando ci siamo alzati c’era il sole, buon inizio, prima notizia felice del giorno. Partenza ore 7:30.
La strada Uruguaiana non è assolutamente tenuta come quella Argentina o quella Brasiliana, è piena di buche e poco curata.
Il vento oggi ci attanaglia non ci molla un secondo, entra davanti di tre quarti e pinge all’impazzata, nulla sarà in confronto a quello Patagonico, ma ugualmente ci massacra il cervello, intorno ai 40 km troviamo un piccolo villaggio dove riusciamo a comprare un po’ di frutta e agua con gas, ripartiamo, ma il tempo sta buttando ad acqua e forse facciamo la fine di ieri.
Anche oggi, la giornata scorre lenta, tra sole, nuvole e pioggia, tanti troppi i km da percorrere, ma tanto a sud andiamo e quindi chi ci ferma, come dice il mio compañero, bisogna avere pazienza, tanto la sera arriva e i km le portiamo a casa in ogni modo.
La cosa positiva è che il paesaggio è un po’ più vario degli scorsi giorni e quindi il cervello ha tempo di distrarsi.
Oggi stiamo viaggiando in solitaria, un paio di chilometri l’uno dall’altro, ognuno con la propria sofferenza, pensieri, e sensazioni, poi alla prima occasione ci troviamo, aspettiamo, è ci facciamo una banana assieme.
Le mucche al nostro passare ci guardano perplesse, si domanderanno, chi sono quei due moscerini gialli sulla strada?
Le gambe cominciano ad essere cariche di acido lattico, non ci sono posti per fermarsi né tantomeno ombre sulla strada, e mi viene in mente la Silvia che cerca in profondità le contratture anche quando non ci sono, se mi sentisse ora come sarebbe orgogliosa di me…
Dopo 143 km siamo arrivati a Salto, città sul Rio Uruguay, rimaniamo di qua ancora per due notti per evitare il più possibile la Nazionale 14 o ruta della muerte.
L’ingresso nelle città come sempre è un po’ teso, ogni volta che entri ti senti osservato indifeso e impotente, arrivi dalle periferie con la tua bicicletta pesante e lenta e passi dalle favelas, e i motorini sembra che ti girono attorno osservandoti è studiando ogni piccola tua mossa. Sicuramente è tutta un idea, ma questo è quello che ogni volta mi passa per la testa.
Cerchiamo una connessione wi-fi a scrocco, un albergo in centro, e poi qualcosa da mettere sotto i denti, perché anche oggi ci siamo dimenticati di pranzare.